
CON GLI OCCHI DI GAIA • Personale di Olimpia Biasi
Mostra d’arte contemporanea 12.03 / 25.09.2022
Museo Casa Gaia da Camino • Portobuffolè
Il comune di Portobuffolè vi invita alla mostra personale di Olimpia Biasi presso il Museo Casa Gaia da Camino.
Mostra realizzata con il contributo storico di Andrea Bellieni, Direttore del museo Correr di Venezia, e con la consulenza di Alessandra Geromel, storica del tessuto.
Allestimento dell’Architetto Pierantonio Appoloni.
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INAGURAZIONE 12.03.2022 / 18:30
Presso la Loggia del Fontego
Piazza Vittorio Emanuele II, Portobuffolè
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Presentazione di Lorena Gava
Con gli occhi di Gaia non è solo il titolo della bella mostra pensata da Olimpia Biasi per la preziosa sede espositiva di Portobuffolè. “Con gli occhi di Gaia” è un itinerario nel tempo e nello spazio, è il tentativo -riuscitissimo- di raccontare, secondo un’estetica contemporanea, il mondo nel quale Gaia da Camino è nata e vissuta. Stiamo parlando di un mondo medievale, il suo, colto e raffinato, dominato dall’arte, dalla poesia cortese, dalle feste: la famiglia di appartenenza conosce, durante la giovinezza di Gaia, una stagione di autentico splendore e prestigio. Figlia di Gherardo III da Camino, signore di Treviso, sposa il cugino Tolberto Da Camino: la coppia si trasferisce a Portobuffolè e dagli inizi del 1300 ad oggi, la loro dimora conserva un’aurea di signorilità e di assoluto prestigio.Donna di cultura, poetessa elegante e ricercata, ha nutrito gli occhi di tutta la sfolgorante bellezza dell’epoca. A partire dall’oro. L’oro bizantino dei mosaici di San Marco a Venezia, della cattedrale di Santa Maria Assunta di Torcello e dei SS. Maria e Donato di Murano hanno illuminato, forse, il suo cammino verso la scoperta e quindi la conoscenza di un patrimonio di immagini e di manufatti che hanno rappresentato un vero e proprio orizzonte di vita. Le facciate affrescate dei palazzi trevigiani, le sale interne riscaldate da arazzi e tappeti, le stoffe sontuose e damascate degli abiti nobiliari, i paramenti liturgici, gli arredi, le vetrate colorate, i pavimenti cosmateschi sono soltanto alcune delle fonti di luce e di bellezza che hanno onorato lo sguardo di Gaia. E qui interviene e agisce Olimpia Biasi, con la potenza espressiva del gesto pittorico che la distingue e l’accompagna dai tempi in cui l’indimenticabile maestro Bacci aveva individuato in lei un’allieva capace di sorprendere e stupire. Non ha mai rinunciato, Olimpia, alla dimensione dello spazio, alla sciabolata libera del colore che suggerisce e non definisce, alle sferzate cromatiche dense di riferimenti interiori senza prologo né epilogo, sulle orme del grande Pizzinato, altro maestro indiscusso.A Casa Gaia, Olimpia si misura con i lacerti di affresco depositati nei secoli e inserisce, con cura, le sue opere, “sinopie” vive e accese di un sentire moderno ma calato nel passato. Costruisce così una mappa visiva attraverso tele che ci riportano alle tessere del mosaico, ai fili intrecciati degli arazzi, agli erbari raccolti in garze trasparenti e leggeri.Gli erbari di bellezza e di salute: autentici capolavori di miniatura insieme ai preziosissimi libri d’oro scandivano il giorno con la preghiera. Documenti eccezionali di pittura e di scrittura, testimonianze grafiche che la nostra artista ha liberamente interpretato con arguzia e sentimento, con fedeltà e fantasia. Un capolavoro compositivo è l’opera che racchiude la “Dormitio Verginis” (ovvero il Transito di Maria) da un lato e l’Angelo annunciante dall’altra: le figure emergono da un’epifania di colori rari con tonalità diffuse e variegate che uniscono il cielo e la terra, in un’armonia timbrica che pare mossa da un ordine superiore. E’ la magia “spazialista” e veneziana che ritorna, sono le tessere di pasta vitrea e i rosoni delle cattedrali che inondano di riflessi la mente che muove la mano per riversare i pigmenti sulle superfici delle tele. Superfici di aria e di terra.Di aria se pensiamo alle profondità delle opere che riproducono gli zodiaci, a lungo contemplati nel medioevo di Gaia e in tutti i medioevi del mondo: stelle e costellazioni hanno accompagnato viandanti e pellegrini, hanno indicato la via, confortato gli animi e rallegrato i cuori oltre il buio e la paura. Olimpia Biasi sa quanta paura avvolgesse la vita allora e giunge a materializzarla nel nero della notte e nella ferocia dei lupi, nel vortice precipitoso di una ridda segnica che attesta una perizia grafica rabdomantica eppur manifesta. C’è tutta la civiltà dell’epoca di Gaia contenuta in questa mostra, un moderno reliquiario in cui trovano spazio gemme e tessuti, evangelari e avori, pigmenti e sete rare. Ma è soprattutto l’itinerario espositivo di un’artista singolare la cui anima, da sempre, vive e si racconta nella foga di un’urgenza espressiva che non smette di cercare, di indagare, di interrogare la storia per incidere il presente.
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Olimpia Biasi
Trevigiana, si è formata a Venezia con i maestri dello Spazialismo, Bacci e Gaspari. Da sempre curiosa di sperimentazione, ha attraversato linguaggi e tecniche diverse, rimanendo però fedele ad una poetica naturalistica espressionista e narrativa, al margine tra figurazione e metafisica astrazione. Dal 1972 espone in più di 70 mostre personali in Italia e all’estero (Sudamerica, Stati Uniti, Giappone, Cina, ex Yugoslavia, Francia, Svizzera, Ungheria…). E’ presente in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, Arsenale. E alla 55° Biennale (manifestazione collaterale). Attualmente lavora con materiali di riciclo, eseguendo installazioni che hanno come tema l’energia pulsante della natura e le sue implicazioni letterarie e poetiche.
Tra le mostre personali:
Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 1996
Belluno, Palazzo Crepadona, Disegni, 2000
New York, Westwood Gallery,
Taormina, Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, Là dove respirano gli dei, 2012
Genova, Palazzo Ducale, Le latitudini dell’arte, 2013
Palermo, Museo RISO, 2016
Padova, Orto botanico, Viriditas, 2018
Treviso, Museo Luigi Bailo, Riflessioni, 2018
Bassano del Grappa, Museo Civico, Per erbe e altri incanti, 2019
San Vito al Tagliamento, Chiesa di San Lorenzo, Omaggio a Nico Naldini, 2022.
Portobuffolè, Museo Casa Gaia Da Camino, Gli occhi di Gaia, 2022